GLI EVENTI STORICI NELLA MUSICA DEGLI ANNI ’60: “HORSE LATITUDES” E ALTRI GRANDI BRANI





I fatti storici hanno da sempre ispirato artisti di ogni epoca. I musicisti hanno composto innumerevoli brani che prendono per soggetto accadimenti del passato, i quali spesso hanno avuto un forte impatto a livello collettivo.

Dal Blues degli anni ’20 e ’30 al Rock di fine anni ’60, esistono molteplici esempi di come eventi lontani nel tempo, quasi sempre drammatici, siano stati di ispirazione per bellissime canzoni.

Jim Morrison, con il suo sguardo penetrante sul presente e sul passato, ha trattato un argomento di carattere storico nel caso di “Horse Latitudes”, la traccia numero cinque dell’album dei Doors “Strange Days” (settembre 1967).

In questo caso il cantante prende in considerazione il periodo nel quale la navigazione attraverso l’Oceano Atlantico avveniva solamente a vela, con molte complicazioni e pericoli. Questo suggestivo sfondo, compreso tra il XVI e il IXX secolo, viene utilizzato per fare risaltare la scena che vi è collocata, i suoi particolari ed il suo significato profondo.

Una trovata che conferma l’interesse di Morrison per le vicissitudini umane e la sua capacità, talvolta sottovalutata, di unire una immagine trasgressiva a una cultura personale più che significativa.

Egli non è stato però l’unico musicista ad evocare eventi storici nei testi delle canzoni che componeva. Tra i diversi casi esistenti, ne vogliamo citare due particolarmente affascinanti e molto diversi tra loro.

Il primo è rappresentato dal brano “With GodOn Our Side”, contenuto in “The Time They Are A-Changin’”, il terzo LP di Bob Dylan (febbraio 1964). Chitarra acustica e voce narrano qui diversi momenti della storia nei quali la religione cristiana è stata sfruttata come paravento per misfatti e violenze.

Dal genocidio dei nativi americani fino agli orrori della Seconda Guerra Mondiale, Dylan lancia dure critiche all’ipocrisia di chi dice di essere cristiano, ma calpesta senza problemi i valori principali del cristianesimo stesso. Il testo è scandito dai brevi intermezzi dell’armonica a bocca mentre nel complesso questa canzone rappresenta un folk di protesta tra i più espliciti e intransigenti mai pubblicati da un artista famoso.

Il secondo caso ha come protagonista la figura del diavolo, usata da Mick Jagger come protagonista delle parole di “SymapathyFor The Devil” dei Rolling Stones. Questa composizione fa parte dell’album del dicembre 1968 “Beggars Banquet”, un capolavoro assoluto registrato nella primavera-estate dello stesso anno.

L’assolo di Keith Richards e l’originalità estrema della composizione classificano “Sympathy For The Devil” come uno dei migliori pezzi rock della storia. Il brano fa leva, oltre che sulla voce di Mick Jagger, anche sull’arrangiamento reso inconfondibile dalle percussioni e dal contributo ritmico del pianoforte suonato dal sessionman Nicky Hopkins.

Tuttavia, queste caratteristiche non sono mai riuscite a metterne in ombra il famoso testo. Il cantante dei Rolling Stones gioca la parte del diavolo nella storia, attribuendogli la responsabilità di alcuni epocali avvenimenti dove la violenza ha cambiato la storia dell’umanità.

Dalla crocefissione di Cristo alla rivoluzione sovietica, passando per l’assassinio di J.F. Kennedy e le guerre di religione che hanno insanguinato l’Europa per secoli, la storia è interpretata come risultato dell’intervento malevolo di satana.

Come abbiamo visto, Jim Morrison nel brano "Horse Latitudes" dell’album del 1967 “Strange Days” usa il passato per fare emozionare e riflettere l’ascoltatore. Come abbiamo visto, egli è accompagnato in questa modalità compositiva da altri grandi musicisti, la cui creatività è stata destata dalle evoluzioni che hanno segnato la strada percorsa nei secoli dall’umanità.


Commenti