DOPO L’USCITA DI “STRANGE DAYS”, LIVE A DENVER: IL BOOTLEG
Subito dopo la pubblicazione del secondo album dei Doors, “Strange Days” (25 settembre 1967), il gruppo si esibisce in tre concerti: 27, 29 e 30 settembre ‘67. L’ultimo di essi si svolge a Denver in un ampio locale chiamato “Family Dog” e famoso a suo tempo per avere ospitato il meglio della scena rock californiana.
Da questo live fortunatamente ci giunge un breve bootleg, il quale documenta la performance di “Light My Fire”, brano contenuto nel primo LP della band (“The Doors”, gennaio 1967) e andato in vetta alla classifica americana solo due mesi prima.
Nonostante sia disponibile questa sola canzone, la registrazione è importante sia per la scarsità di materiale dal vivo in questa meravigliosa fase della storia dei Doors che per le caratteristiche della versione che possiamo ascoltare di questo storico pezzo.
In particolare, è l’assolo di Ray Manzarek all’organo elettrico a rappresentare qui l’elemento distintivo e di maggiore interesse.
Al minuto 1.14 del bootleg, il tastierista inizia il proprio percorso solistico in maniera diversa dal solito. Note dissonanti e sorprendenti per la loro reciproca collocazione si susseguono, orientando l’interesse dell’ascoltatore su un sentiero originale quanto affascinante.
Le note dell’organo compongono un itinerario musicale al contempo frastagliato e suggestivo, nel quale compare chiaramente la tecnica tipica del pianista jazz Thelonious Monk. Per apprezzare meglio gli stili che stiamo qui accostando si consiglia l’ascolto comparato dell’assolo dell’organo elettrico presente in questo bootleg e, tra i tanti esempi possibili nella discografia di Monk, della canzone “Five Spot Blues” (dal min 1.48 al min. 2.30), registrata da Monk nell’autunno 1962 e pubblicata sull’LP “Monk’s Dream” nel marzo 1963.
In seguito, è il turno dell’assolo di Robby Krieger alla chitarra elettrica. Subito dopo però, invece del ritorno al tema principale della composizione, torna Manzarek con un altro breve, ma convincente assolo. Questa sequenza mostra chiaramente lo spirito improvvisato e spontaneo dei live di questo momento della carriera dei Doors. Inoltre, essa evidenzia la maestria musicale e il profondo ascolto reciproco dei suoi membri.
Ascolto altamente consigliato per carpire lo spirito che caratterizzava all’epoca i concerti della band e l’atmosfera di esaltante passione che i suoi componenti generavano nel suonare.
Commenti
Posta un commento