“MOONLIGHT DRIVE”: DUE ANNI DI TRASFORMAZIONI
La prima composizione di Jim Morrison vanta una grande fama tra gli estimatori dei Doors e non solo. “Moonlight Drive” è infatti una delle migliori canzoni contenute nel secondo LP della band (“Strange Days”, pubblicato il 25 settembre 1967). Per di più, rappresenta un punto fermo all’interno della loro carriera con il cantante ancora in vita (essa si estende dal novembre 1965 al luglio 1971).
La traccia ha attraversato almeno due trasformazioni prima di raggiungere la sua versione definitiva sul disco appena citato, evolvendosi lungo un itinerario musicale che ora percorreremo rapidamente assieme.
La melodia principale di questo brano risale addirittura all’estate 1965, prima quindi della formazione ufficiale del gruppo californiano. Nella prima parte di settembre di quell’anno, Jim Morrison, Ray Manzarek e John Densmore, insieme a due fratelli di Manzarek (chitarra elettrica e armonica), ne registrano una prima versione. Essa, insieme ad altre cinque tracce doveva servire come presentazione per ottenere un contratto discografico. Il progetto fallisce, lasciando però in eredità un documento di grande valore storico, il quale mostra i primi acerbi, ma appassionati, esperimenti della band.
Questo primo tentativo si distingue per la linea di pianoforte, la quale costituisce il punto di appoggio per il resto dello scarno arrangiamento. Inoltre, è il pianoforte lo strumento che, insieme alla voce, rimane maggiormente in primo piano nella registrazione. Qui Manzarek suona il piano in maniera percussiva, sovrapponendosi alla batteria e conferendo al brano un ritmo allegro e rilassato, ripreso dalla musica nera che in quegli anni stava gradualmente passando dal Rhythm and Blues al Soul.
Questa caratteristica scomparirà nella versione finale di “Moonlight Drive”, ma è qui evidente il collegamento con alcuni pezzi appartenenti al Rhythm and Blues che nei primi anni 60’ aveva ispirato innumerevoli band inglesi e americane. Un esempio in questo senso ci è dato da “Walkin’ The Dog”, una canzone di Rufus Thomas del 1963 poi resa celebre dai Rolling Stones nel 1964 e ripresa, tra i molti altri, anche dai Sonics nel 1965.
Nella demo dei Doors che abbiamo introdotto ritroviamo infatti il ritmo di “Walkin’ The Dog” riproposto, come già detto, dal pianoforte invece che dalla batteria come invece avviene nell’originale.
Dopo la demo del settembre ’65 la band prova nuovamente ad arrangiare “Moonlight Drive” in occasione delle session per la realizzazione del loro primo LP: “The Doors”, registrato nell’agosto 1966 e pubblicato nel gennaio ‘67.
In questo caso Manzarek sostituisce l’organo elettrico al pianoforte, ma rimane sostanzialmente invariato lo stile percussivo che riprende il Rhythm and Blues di “Walkin’ The Dog”. La chitarra di Krieger e la voce di Morrison donano un fascino che era assente nella versione iniziale, denotando però un entusiasmo insufficiente, il quale determinerà l’esclusione di “Moonlight Drive” dall’album di esordio.
Il terzo tentativo andrà molto meglio, facendo di questa canzone un rock la cui complessa struttura ritmico-melodica giunge all’ascoltatore in maniera comunque immediata e coinvolgente. Qui torna il pianoforte, abbandonando però il ritmo ripetitivo e il suono percussivo delle versioni precedenti.
Esso disegna una figura melodica dinamica, la quale si evolve di pari passo all’avanzare della composizione. Inoltre, il pianoforte, che occupava il ruolo della batteria nei due casi precedenti, lascia ai tamburi di Densmore il compito di tenere il ritmo.
La canzone compie così un notevole salto di qualità, vedendo finalmente liberate le immense potenzialità che possiamo ascoltare nella traccia numero 6 di “Strange Days”.
Commenti
Posta un commento