I DOORS ENTRANO NELLA PSICHEDELIA: L'UNICA VERSIONE DAL VIVO DI "UNHAPPY GIRL"





Come altri brani del secondo LP dei Doors (“Strange Days”, settembre 1967), anche “UnhappyGirl” non ha avuto molto spazio nelle esibizioni dal vivo del gruppo californiano. Ancora meno frequenti sono le registrazioni che ci permettono di sentirla proposta in qualche concerto.

Sembrerebbe addirittura che l’unico caso in cui sia stata catturata e fissata su un nastro sia la serie di concerti tenuti al “The Matrix”, un famoso locale di San Francisco, tra il 7 e il 10 marzo 1967. Siamo dunque ad un mese circa di distanza dall’inizio delle session in studio nelle quali verrà registrato “Strange Days”, l’album che, appunto, contiene come traccia numero quattro “Unhappy Girl”.

Sviluppare i propri brani nel corso dei concerti era una abitudine consolidata nei primi anni di attività del gruppo, il quale elabora la maggior parte del materiale del secondo LP con notevole anticipo. Infatti, con la versione live di “Unhappy Girl” del marzo ’67 ci troviamo addirittura a sei mesi di distanza dalla pubblicazione dell’album nel quale essa è inclusa.

Questa circostanza permette loro di tentare diverse soluzioni in termini di arrangiamento, ricevendone poi un riscontro immediato da parte del pubblico. Vediamo come questa traccia viene proposta prima che la canzone nella sua forma definitiva sia incisa nell’estate del 1967.

La sua comparsa nella scaletta dei concerti di San Francisco all’inizio del marzo ’67, segna il periodo nel quale i Doors entrano a fare parte a pieno titolo del movimento psichedelico che già da un anno animava la scena Pop-Rock e Rock statunitense ed inglese.

Anche grazie all’ascolto di alcuni dischi visionari appartenenti a questa corrente musicale e usciti nel corso di quella primavera, il quartetto sviluppa il proprio suono in direzione di una maggiore sperimentazione strumentale e sonora. Questo influsso artistico sarà determinante per le atmosfere distorte e misteriose che caratterizzeranno di lì a sei mesi l’album “Strange Days”.

“Unhappy Girl”, già in questa versione iniziale, rivela infatti alcuni elementi tipici della psichedelia, la maggior parte dei quali rimarranno anche nell’incisione definitiva del brano nell’LP.

Tra le più evidenti differenze, invece, spicca subito l’introduzione, suonata da Ray Manzarek all’organo elettrico. Sul vinile essa viene notevolmente ridotta in termini di durata mentre qui il tastierista può lasciare libera la sua fantasia. In questo modo egli divaga per quasi un minuto e mezzo, componendo e disfacendo con le note figure astratte e sfuggenti, prima di concentrarsi sulla frase iniziale del brano.

Questo breve percorso strumentale trova la complicità della batteria di Densmore. Essa si inserisce dopo circa cinquanta secondi dall’inizio per poi progressivamente prendere coraggio e scandire con il piatto crash l’andamento dell’escursione lisergica di Manzarek.

In questa parte sembra di sentire l’interazione strumentale che caratterizzerà la seconda parte di un brano, “Spanish Caravan”, compreso nel terzo disco della band (“Waiting For The Sun”, 1968). In particolare, dopo aver ascoltato la versione live di “Unhappy Girl”, della quale stiamo parlando, dal min. 1.02 al min. 1.22, si consiglia l’ascolto di “Spanish Caravan” dal min. 1.57 al min. 2.11. Si potrà così constatare come si abbia qui una anticipazione di alcune delle idee che verranno compiutamente sviluppate dalla band nel corso dell’anno seguente.

Menzioniamo, in questa performance in concerto di “Unhappy Girl” con uno dei primi arrangiamenti compiutamente psichedelici del gruppo, anche la chitarra elettrica di Krieger suonata con la tecnica slide. I suoi lunghi slanci malinconici immergono il blues nella psichedelia, facendo dell’assolo una tela astratta i cui colori sono composti da mesti pensieri che si combinano perfettamente al testo del brano.

Questa versione live di “Unhappy Girl”, dunque, ci consente di apprezzare il periodo di passaggio al rock psichedelico dei Doors, il quale sfocerà nell’LP “Strange Days” conducendo poi ad altri mutamenti nel seguito della loro indimenticabile carriera.


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