PERDERDE LA DIREZIONE: “YOU’RE LOST LITTLE GIRL” DEI DOORS E ALTRI BRANI
Nella primavera-estate 1967, quando i Doors registrano “You’re Lost Little Girl”, il tema dello smarrimento interiore non era ancora entrato a fare parte dei testi nella musica Pop-Rock o Rock.
Questo complesso
argomento era infatti considerato troppo complesso e problematico per adattarsi
ai generi musicali più seguiti dagli ascoltatori.
Nonostante ciò,
alcuni musicisti iniziano a riflettere sulla perdita dell'identità
individuale, sulla crisi personale che ne deriva e sulla possibilità di trovare
nuove strade verso una vita autentica.
In “You’re Lost
Little Girl”, la traccia numero due del secondo LP della band di Los Angeles
(“Strange Days”), il chitarrista della band, Robby Krieger, traduce in poesia i dubbi identitari che la sua
generazione stava sperimentando.
Nella seconda
metà degli anni ’60 negli USA era infatti in atto un percorso di rinnovamento
sociale che vedeva protagonisti i giovani e la musica.
Krieger cristallizza con questo testo il disagio che connotava la gioventù alle prese
con una società sentita come ostile ed estranea.
Il musicista inserisce però nelle parole del brano di cui stiamo parlando una nota
di ottimismo sulla possibilità di trovare una risposta alla domanda “Chi
sono?”.
In questo egli si
distingue da altri tentativi fatti nello stesso periodo storico di affrontare
in musica questo vasto e inquietante quesito.
Un paio di anni
prima, nel luglio 1965, Bob Dylan pubblica come singolo una delle sue canzoni
migliori: “Like A Rolling Stone”. Un mese dopo uscirà anche sull’LP
“Highway 61 Revisited” e nel complesso avrà un grande successo che dura
tutt’ora.
Questo capolavoro
è impreziosito dall’organo Hammond di un giovane Al Kooper e dai fraseggi di
chitarra elettrica di Mike Bloomfield.
Il testo, uno dei
vertici raggiunti da Dylan, racconta la storia di una ragazza appartenente
all’alta società che per un eccesso di leggerezza si trova in povertà e
abbandonata da tutti.
Il collasso del
suo mondo dorato ne mette a nudo la mancanza di personalità e carattere. Essa
rimane senza un punto di riferimento esterno e questa situazione fa cadere la sua
maschera: essa è sola, come una pietra che rotola senza direzione lungo la
tortuosa strada della vita.
Se “Like A
Rolling Stone” precede il brano dei Doors che abbiamo citato di due anni, “Can’t Find My Way Home” dei Blind Faith è invece pubblicato nel 1969.
Due anni dopo
“You’re Lost little Girl”, l’argomento trattato da Morrison è ripreso da questo
gruppo inglese nell’unico LP registrato: “Blind Faith”, pubblicato nell’agosto
1969.
In esso “I Can’t
Find My Way Home” riprende nel proprio testo la sensazione di disorientamento
che è così ben descritta dalla metafora del titolo.
Le parole “Qualcuno
possiede la chiave” sono emblematiche della difficoltà a trovare una
risposta chiara alla discussione interiore sulla propria vera natura e identità.
Musicalmente il
pezzo è guidato dalle chitarre acustiche di Stevie Winwood, autore di testo e
musica, e di Eric Clapton. Esse si intrecciano in maniera leggiadra e poetica,
lasciando che il tenue arrangiamento sia sovrastato dalla voce dolce e quasi in
falsetto di Winwood.
Abbiamo passato
in rassegna tre splendide canzoni nelle quali emerge il tema del sentirsi
persi, senza un centro e privi di una destinazione.
Pur appartenendo
al contesto sociale della seconda metà degli anni ’60, questi brani parlano
anche a noi, che li ascoltiamo dopo circa sessanta anni.
In questo quadro i
Doors fanno di “You’re Lost Little Girl” uno dei migliori esempi di questo
filone narrativo.
Essi si confermano così un gruppo in grado di esprimere, in versi
senza tempo, le inquietudini di una società in forte mutamento.
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