THE DOORS' “WHEN THE MUSIC’S OVER” E LA RELIGIONE NELLA MUSICA DEGLI ANNI’60
La religione cristiana rappresentava un punto di rifermento importante per la società americana degli anni ’60 del ‘900.
Il rapporto tra
la musica Pop-Rock e Rock da un lato, e la fede cristiana dall’altro, si è
protratto in maniera conflittuale per la maggior parte del decennio.
Ne sono risultati
uno scontro ed una contesa per l’influenza sui giovani statunitensi e sui loro
usi e costumi. I messaggi trasgressivi lanciati da molti musicisti erano
infatti condannatati da buona parte degli adulti, con le persone religiose e
praticanti in prima fila.
I Doors non
facevano eccezione nell’essere un bersaglio del biasimo che la parte più
religiosa degli americani riservava ai migliori artisti di quella generazione.
Nel loro secondo
album, “Strange Days” (settembre 1967), Jim Morrison cita in maniera poetica la
religione in “When The Music’s Over”, superlativa canzone posta a chiusura
dell’LP.
“Cancellate il
mio abbonamento alla resurrezione” canta Morrison al min. 4.11 di questo
magnifico brano. Oppure: “Salavaci! Gesù! Salvaci!” (al min. 8.43).
I versi a cui ci
riferiamo sono scritti in chiave polemica ed irriverente verso le consuetudini
sociali repressive promosse dalle istituzioni religiose.
Il suo bersaglio non era dunque la spiritualità in sé.
Questi versi raccolgono la rabbia polemica e disperata di una generazione che vedeva il cambiamento culturale libertario ostacolato dall’atteggiamento dei centri di potere politici, sociali e religiosi.
L'atteggiamento di Morrison verso la religione cristiana è immortalato in maniera significativa da un incontro avuto con un pastore protestante in occasione di un concerto nel 1968. Egli non era irrispettoso, ma interessato al confronto e al dialogo.
Oltre ai Doors di
“Strange Days”, anche altri gruppi Rock o Pop-Rock dello stesso periodo
parlavano di religione attraverso i propri testi.
Un caso
emblematico è dato dagli Strawbs, gruppo inglese che nel suo disco di esordio
(“Strawbs”, 1969) inserisce “The Man Who Called Himself Jesus”, scritta
dal leader della formazione Dave Cousins.
Si tratta di una
bella canzone Pop-Rock dove viene raccontato il ritorno di Cristo nella società
del ’69, con episodi riflessivi e ironici. Da segnalare le melodie di strofa e
ritornello, entrambe di ottima qualità, sostenute in maniera coinvolgente dalla
batteria.
Un altro esempio,
più celebre, è quello di “Turn! Turn! Turn!” dei Byrds, pubblicata sia
come singolo (al primo posto negli USA) che nel secondo LP della band (“Turn!
Turn! Turn!”, del dicembre 1965).
Questa cover
Folk-Rock di un brano Folk di Pete Seger del 1962 si distingue per le
scintillanti chitarre di Roger McGuinn e David Crosby, nonché per avere portato
questa melodia nella musica moderna. Il testo di questa composizione è quasi
interamente tratto dal Quelet, uno dei libri dell’Antico Testamento nella
Bibbia cristiana.
Abbiamo così
passato in rassegna tre esempi di come la religione veniva percepita ed espressa
nella musica Rock e Pop-Rock degli anni ’60. Essi ci hanno portato dalla critica
velata di poesia dei Doors (con “When The Music’s Over”) al testo direttamente
preso dalla Bibbia dei Byrds.
Il passaggio
intermedio degli Strawbs ci ha fatto assaporare invece la riflessione ironica
indotta dalle contraddizioni tra mondo moderno e messaggio evangelico originario
in quegli anni di grandi cambiamenti sociali.
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