29 LUGLIO 1967: “LIGHT MY FIRE” LANCIA LA CARRIERA DEI DOORS
Lo scarso
successo ottenuto dal primo singolo dei Doors, Break On Through (To The Other
Side) pubblicato all’inizio del 1967, aveva condizionato negativamente anche la
performance di classifica del loro primo LP (“The Doors”, gennaio ’67).
In questo clima
deludente, il seguito costruito in California dalla band risultava troppo
circoscritto rispetto alle aspettative della casa discografica Elektra che
stava promuovendo il quartetto.
Per trovare una
via di uscita a questo vicolo cieco, il produttore Paul Rothchild propose di
fare uscire un secondo singolo tratto dal primo album: “Light My Fire”.
In questo caso la
lunghezza del brano (più di sette minuti) venne ritenuta eccessiva per la
programmazione delle radio e viene quindi avanzata la proposta di tagliare la
sezione centrale della canzone.
Essa, composta
dai due lunghi assoli suonati dall’organo elettrico e dalla chitarra elettrica,
era però vista dai Doors come una parte essenziale del pezzo in questione.
L’iniziale
scetticismo del gruppo per questa soluzione venne però superato nel momento in
cui la versione tagliata venne fatta sentire per la prima volta in studio di
registrazione.
I membri della
band furono convinti dall’immediatezza acquisita dal brano e dalle scarse
alternative disponibili per raggiungere un pubblico più vasto di quello
appartenente alla loro area geografica di appartenenza.
Il singolo venne
quindi diffuso alla fine di aprile 1967, attirando immediatamente l’attenzione
di molti ascoltatori anche al di fuori della California.
Il 3 giugno entrò
in classifica mentre al primo posto si trovava Aretha Franklin con la sua perfetta e storica cover di “Respect” (un soul travolgente ed estremamente
coinvolgente composto dal grande Otis Redding).
Da quel momento “Light
My Fire” iniziò un percorso ascendente che terminerà circa tre mesi dopo, il 29
luglio, con la prima posizione in classifica (mantenuta per tre settimane di
fila).
In quel frangente,
dietro alla canzone dei Doors si trovavano: al secondo posto l’interessante
soul del diciassettenne Stevie Wonder (“I Was made To Love Her”) e al
terzo posto il pop-rock di scarso peso degli Association (“Windy”).
Verso metà agosto
’67, “Light My Fire” viene scalzato dal gradino più alto della graduatoria dei
singoli da “All You Need Is Love” dei Beatles. Questo brano pop-rock incarnava
perfettamente lo spirito e il clima culturale di quella estate psichedelica, benché
la sua qualità musicale non eccellesse se non per l’ottima strofa e l’originale
testo.
“Light My Fire”
rimarrà la canzone più conosciuta dei Doors, scivolando lentamente fuori dalla
top 10 solamente dopo 16 settimane, all’inizio di ottobre ’67.
Inoltre, questo
disco si fermò in classifica complessivamente per quasi 6 mesi, dal giugno 1967
alla fine dell’anno.
La decisione di
Rothchild in merito a “Light My Fire” fu dunque essenziale per lanciare i Doors
sul mercato, permettendo loro di acquisire la fama che modificherà per sempre
il loro destino e quello della musica rock.
L’effetto di
questa svolta si fece sentire immediatamente anche sulla programmazione dei
concerti della band. Prima dell’estate ’67, i Doors avevano suonato dal vivo
solamente in California (con tre eccezioni costituite da trasferte a New York e
dintorni in piccoli locali).
Durante l’estate
di quello stesso anno, sull’onda del successo di “Light My Fire”, le loro
esibizioni toccano, oltre al loro stato di origine, anche il Canada (3 date) e 11
stati degli USA tra costa est, mid-west e sud.
Il salto di
qualità in termini di vendite rappresentato dalla versione abbreviata di “Light
My Fire”, pubblicata come singolo, costituì quindi uno spartiacque per la
carriera dei Doors.
Il taglio della
sezione centrale peggiorò la qualità del brano, ma questo compromesso consentì
poi alla versione completa di divenire ancora più famosa di quanto non lo sia
stato il singolo abbreviato.
In più, così
facendo il gruppo è sfuggito al triste destino fatto di oscurità che è toccato
purtroppo a molte band di quel periodo musicale, le quali nonostante l’alta
qualità della musica prodotta rimangono tutt’ora quasi del tutto sconosciute. Di questo dobbiamo essere grati.
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