THE DOORS “TAKE IT AS IT COMES”, UN ROCK DA RIVALUTARE


Durante il periodo di maturazione artistica dei Doors, nella prima metà del 1966, il gruppo sviluppa diversi brani, i quali poi finiranno nel loro primo e secondo album.

Tra queste composizioni, per la gran parte originate da idee e testi di Jim Morrison, figura anche “Take It As It Comes”.

Essa è stata rifinita durante la permanenza della band al Whisky A Go Go di Los Angeles nell’estate 1966, poco prima delle registrazioni del primo LP (“The Doors”, messo su vinile nell’agosto ’66 e pubblicato nel gennaio ’67).

Si tratta di un Rock dalla struttura classica (strofa – ritornello – assolo – strofa – ritornello - assolo – strofa – ritornello), al quale spesso non viene attribuito un rilievo musicale degno della sua ottima qualità.

Vediamone quindi le principali particolarità e proprietà musicali.

La sezione ritmica si avvale di una doppia linea di basso, costituita da due diversi strumenti. La prima è data dal Fender Rhodes Piano Bass di Ray Manzarek, una piccola tastiera che il musicista suonava con la mano sinistra emulando il suono del basso (assente nella formazione dei Doors).

La seconda linea di basso è invece suonata dal basso elettrico del sessionman Larry Knechtel, il quale contribuisce negli anni ’60 a numerose registrazioni di grande rilievo e spessore. Tra le altre citiamo: “Mr. Tambourine Man” dei Byrds (singolo del 1965); “Pet Sounds” dei Beach Boys (album del 1966); “Sounds Of Silence” di Simon And Garfunkel (album del 1966); “Deliver” dei Mamas And Papas (album del 1967) e diversi altri importanti lavori.

La doppia linea di basso emerge con chiarezza dal min. 1.27 al min. 1.45, quando l’atmosfera del pezzo si attenua in quanto ad intensità sonora per un breve passaggio corrispondente all’ultima strofa.

Per il resto della durata della canzone i due strumenti ritmici si sovrappongono, creando uno sfondo scuro e denso, contro il quale si stagliano le alte note dell’organo elettrico di Manzarek.

Questo continuo ed affascinante contrasto sonoro caratterizza con continuità la parte strumentale della composizione.

La chitarra elettrica di Robby Krieger, distorta moderatamente da un leggero riverbero, svolge un ruolo di accurato e rifinito accompagnamento ritmico.

Sono due gli assoli presenti in “Take It As It Comes”, entrambi di uguale lunghezza e interpretati dall’organo elettrico di Manzarek.

Essi sono coincisi e rapidi, concepiti in maniera originale e leggermente speziati da un sapore vagamente indiano (allora in voga nel Rock e nel Pop Rock inglese e americano).

In fine, è naturalmente da segnalare la voce di Jim Morrison, il quale, in questo momento iniziale della carriera dei Doors, era quasi arrivato all’apice delle sue meravigliose doti canore (che verrà definitivamente raggiunto con L’LP successivo: “Strange Days”, pubblicato nel settembre 1967).

La parte vocale, a dir poco affascinante, è opportunamente raddoppiata in coincidenza dei ritornelli, creando così un impatto ancora maggiore e convincente.

Il testo delinea sinteticamente una filosofia di vita, il cui spunto iniziale proviene dalla meditazione indiana praticata all’epoca da molti artisti californiani.

Gli avvenimenti della nostra esistenza ci spingono ad adottare diversi stati d’animo e comportamenti. In questo continuo avvicendarsi di cambiamenti non dovremmo agire con agitazione e frenesia, ma accettare le cose come vengono e lasciare andare ciò che ci potrebbe altrimenti condizionare negativamente.

“Take It As It Comes” rappresenta un capitolo importante nello sviluppo del genere Rock, il quale, nato solamente da un anno, trova qui un canale di espressione di alto livello.


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