THE DOORS’ “ROCK ME”: AMATA, MA MAI PUBBLICATA

 

I Doors hanno da sempre amato “Rock Me”, un blues tradizionale entrato nel loro repertorio come cover fin dall’inizio della loro avventura musicale tra la fine del 1965 e l’inizio del 1966.

Da allora la band ha spesso eseguito la canzone dal vivo, facendo sì che essa attraversasse la loro intera carriera, fino a contrassegnarne l’atto finale: le registrazioni di “L. A. Woman” (l’ultimo LP della band uscito nell’aprile 1971).

In quella occasione il brano viene considerato come traccia da inserire nell’album, per poi essere superata nelle preferenze da “Crawlin’ King Snake” (un’altra cover blues tradizionale della quale abbiamo parlato in un altro articolo del blog).

Questa scelta è stata dovuta, a due fattori principali. Il primo è dato dalle numerose versioni di “Rock Me” già registrate da altri gruppi e artisti nel corso degli anni. Il secondo fattore è rappresentato dalla presenza di un altro blues molto simile a “Rock Me” nel disco: "Cars Hiss By My Window" (composta da Morrison).

Nonostante sia stata scartata dalla tracklist di “L. A. Woman”, “Rock Me” viene comunque registrata dai Doors durante le sessions dell’album, a conferma della loro intenzione di utilizzarla su vinile.

Si tratta di una outtake resa disponibile ufficialmente qualche anno fa, la quale è interessante dal punto di vista storico, ma ancora in fase di “work in progress” e comunque meno riuscita di “Crawlin’ King Snake” che è finita nel disco al suo posto.

Come già detto all’inizio dell’articolo, i Doors suonano “Rock Me” fin dall’inizio del 1966 nelle loro esibizioni live, lasciandone fortunatamente traccia anche in qualche registrazione.

Tra queste ricordiamo le session di studio per l'LP "Morrison Hotel" e i concerti del tour del 1970, nei quali la composizione viene spesso inserita. Essa compare anche nelle storiche registrazioni effettuate al "The Matrix" nel marzo 1967.

Tra le versioni di “Rock Me” eseguite dal vivo va però ricordata in maniera particolare quella al "London Fog nel maggio 1966. In questo locale di Los Angeles la band, ancora lontana circa un anno dalla celebrità, riesce a interpretare al meglio il blues della tradizione del quale stiamo parlando.

Il fortunato pubblico presente in quest’ultima circostanza è testimone di una performance affascinante, dove incontriamo un inusuale e breve assolo di armonica di Morrison.

La voce del cantante è sicuramente l’elemento sonoro di maggior interesse della versione al “London Fog”, passando dal fosco fascino dell’inizio alle aspre grida del finale.

Da dove viene “Rock Me” e da dove ne riprendono l’idea i Doors per la loro cover?

La canzone risale almeno agli anni ’20 del ‘900, essendo uno dei tanti motivi tradizionali blues messi in circolazione e rimaneggiati innumerevoli volte da altrettanti bluesman.

La prima versione della melodia e della struttura è da attribuire al grande Big Bill Broonzy in una una registrazione del 1940 intitolata "Rocking Chair Blues".

La chitarra del bluesman è qui accompagnata dalla batteria (in sottofondo) e dal pianoforte (il quale esegue anche un assolo). Inoltre, una voce aggressiva al punto giusto e un ritmo coinvolgente anticipano all’ascoltatore, con una notevole carica di innovazione, ciò che avverrà nel genere blues da lì in poi.

In seguito, sarà un altro importantissimo artista, Arthur “Big Boy” Crudup, a segnare l’evoluzione di “Rock Me” e a portarla nell’ambito dello stile detto Chicago Blues (registrata nel 1944 con il nome “Rock Me Mama”).

In questa versione, la composizione è caratterizzata da una batteria suonata con discrezione (usando le spazzole al posto delle bacchette) e dalle note metalliche della “Resonator guitar” tipica dell’artista (probabilmente la migliore versione mai realizzata di questo motivo tradizionale blues).

Melvin Lill’ Son Jackson (un grande del Texas Blues) ne interpreta l’andamento suadente nel dicembre 1950 con il pezzo intitolato “Rockin’ and Rollin’”, nel quale emerge chiaramente il suo retroterra musicale Country Blues.

Una performance leggermente velocizzata rispetto alle precedenti, dove la espressiva voce del bluesman si intreccia alle sue ottime qualità strumentali sulle corde di una chitarra acustica.

Si giunge così al 1956, vale a dire il momento in cui Muddy Waters propone il brano con il suo titolo definitivo, “Rock Me” appunto, nell’arrangiamento al quale attingeranno dieci anni dopo i Doors (e altri gruppi).

La celebre armonica di Little Walter impreziosisce questa ulteriore riproposizione del motivo (anche in questo caso classificabile nello stile Chicago Blues), la quale è maggiormente ritmata e decisa se confrontata alle altre già menzionate.

“Rock Me”, un classico del blues, rimane ancora oggi conosciuta e questo articolo ha l’obiettivo di ravvivarne la memoria oltre che, naturalmente, di inquadrarne il ruolo avuto lungo tutta la carriera dei Doors.


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