THE DOORS E CHUCK BERRY: COLLABORAZIONI ARTISTICHE


Quando il 10 dicembre 1967 la Musica perde Otis Redding, era già stato stabilito che questo grande artista Soul dovesse aprire le tre serate che i Doors avrebbero suonato a San Francisco solamente due settimane dopo (26, 27, 28 dicembre 1967).

La tragica notizia fu accolta con tristezza dalla band californiana mentre gli organizzatori provvedevano a trovare un sostituto per intrattenere il pubblico dei tre concerti prima dell’arrivo sul palco dei Doors.

La soluzione fu felice, sebbene meno attuale rispetto alla precedente: Chuck Berry.

Egli stava in quel momento transitando sul versante calante della propria carriera, la quale aveva attraversato il suo periodo d’oro nella seconda metà degli anni ’50 con il genere Rock’n’roll.

Tuttavia, C. Berry godeva ancora di una discreta fama ed era saldamente riconosciuto come primario ispiratore del Pop-Rock e del Rock.

Uno dei concerti di C. Berry tratti da quelle serate è disponibile sottoforma di bootleg a questo link ed è possibile sentire come fosse ancora in grado di proporre uno show più che buono.

Nel 1967, basandosi su riproposizioni dei suoi successi Rock’n’roll, egli cercava di adattarne la natura al cambiamento musicale portato dal tempo.

Nonostante ciò, la sua musica non perdeva l’anima che ne aveva determinato la turbolenta e dirompente nascita circa dieci anni prima.

Come tutti i grandi gruppi che impreziosivano la scena musicale degli anni ’60 e dei primi ’70, anche i Doors erano ben consapevoli dell’importanza capitale rivestita dal chitarrista-compositore originario della Georgia.

Infatti, nemmeno due anni dopo (nel settembre 1969) Ray Manzarek, Robby Krieger e John Densmore dei Doors non persero l’occasione di vedere Chuck Berry suonare dal vivo.

Era il 13 settembre 1969 e, durante un festival musicale a Toronto al quale partecipavano anche i Doors, i tre membri della band compaiono addirittura a lato del palco in un breve filmato tratto dalla performance di Chuck Berry (il filmato è a questo link).

Il loro entusiasmo nei confronti di C. Berry è chiaramente visibile nel video, confermando l’interesse musicale che la band nutriva nei confronti dello storico chitarrista.

Procedendo ancora avanti nel tempo, vediamo come questo coinvolgimento artistico tra i Doors e C. Berry non si sia arrestato.

Durante le sedute di registrazione dell’album "Morrison Hotel" (ottobre 1969 – gennaio 1970) un suo celebre brano viene provato in studio: “Carol”.

Ne provano brevemente l’effetto, ascoltabile a questo link, ma forse senza troppa convinzione e probabilmente non pensando veramente di farne una traccia ufficiale di "Morrison Hotel".

“Carol”, pubblicata da C. Berry come singolo nel 1958, rappresenta un pilastro della musica moderna e del Rock’n’roll in particolare.

Pezzo imprescindibile per chiunque, era già stato portato alla ribalta dai Rolling Stones nel 1964 all’interno del loro album d’esordio.

Il suo riff allo stesso tempo aperto e incalzante, la parte vocale maliziosa e vagamente beffarda, gli assoli e i vibrato della chitarra elettrica non distorta, fanno di “Carol” un capitolo obbligatorio del libro “Come comporre e suonare cambiando il corso la musica moderna”.

Il tentativo, poi accantonato, fatto dai Doors nel novembre 1969 di registrare “Carol” non andrà comunque sprecato.

Infatti, la band porterà una sezione di questo grande brano Rock’n’roll nel tour promozionale dell’LP “Morrison Hotel”, svoltosi negli Stati Uniti per tutta la prima metà del 1970.

Ne riportiamo qui di seguito due esempi, tratti rispettivamente dal concerto di Philadelphia (1/5/1970), qui il link, e da quello di Detroit (8/5/1970), qui il link.

Come è giusto che sia per ogni gruppo musicale che si possa rispettare, Chuck Berry rappresentava anche per i Doors un indispensabile riferimento culturale e musicale.

Questo legame, espresso attraverso live condivisi e cover, non fa che ribadire quanto fosse ben strutturato il retroterra artistico dei Doors e quanto il loro rispetto per la migliore tradizione musicale fosse funzionale alle innovazioni sonore e sceniche da essi introdotte.


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