JIM MORRISON E R. KRIEGER SI ESIBISCONO IN DUO NEL 1969
Nel maggio 1969
Jim Morrison viene invitato a partecipare ad una serie di performance
artistiche a Hollywood, il cui ricavato andrà a finanziare la campagna
elettorale di Norman Mailer.
Quest’ultimo è un
personaggio interessante ed eccentrico che a partire dagli anni ’40 del ‘900 ha
sondato molteplici aspetti della società americana utilizzando varie forme
espressive.
Noto soprattutto
come scrittore, egli decise di correre alle primarie del Partito Democratico
per l’elezione del sindaco di New York nel ’69.
Avvalendosi di un
programma politico pacifista e libertario, Mailer venne sostenuto da un certo
numero di artisti, tra i quali figurava, appunto, anche Jim Morrison.
La promozione di
libertà personali e idee che ancora rappresentavano un tabù negli Stati Uniti,
non poteva che attrarre il cantante dei Doors.
Infatti, anche
Jim Morrison era da tempo impegnato a contrastare il conformismo e la cultura
dominante nella società statunitense, sostenendo invece la libertà di
espressione che gli procurò per altro non pochi guai con la giustizia.
L’evento in
sostegno a Mailer, il quale non venne eletto, si tenne il 30 e 31 maggio 1969,
un periodo nel quale il frontman dei Doors si era relativamente allontanato
dagli altri membri del gruppo.
Le diversità di
vedute artistiche interne alla band e la disillusione rispetto alla propria carriera
musicale avevano spinto Morrison a cercare altre strade per impiegare il
proprio talento.
Ad accompagnare
il cantante nelle due serate era Robby Krieger, chitarrista dei Doors stessi.
Nella seconda delle due occasioni (il 31 maggio) una parte della loro
performance venne registrata: sei minuti in tutto.
Si tratta di due
brani cantati da Morrison con l’accompagnamento della chitarra elettrica non
distorta di Krieger (qui il link).
Nel primo caso il
duo esegue una versione marcatamente improntata al blues di “I Will Never Be
Untrue” (un articolo approfondito su questo pezzo e sulla sua genesi è disponibile qui).
È una delle prime
registrazioni di questo pezzo caro a Morrison (e da lui composto), il quale però
non troverà spazio in alcun LP della band.
Il secondo
episodio dell’audio consiste in una cover di un country blues di Robert Johnson
(“Me And The Devil Blues”). Questa bellissima canzone è stata
registrata per la prima volta nel 1937, ma scritta alcuni anni prima, dal celebre
bluesman del Mississippi.
Nella sua
performance del 31 maggio 1969, Jim Morrison sostituisce alle parole originali
un suo testo, il quale rimane comunque nel solco della tradizione blues più che
addentrarsi nella innovativa e misteriosa poetica tipica del cantante/poeta.
All’evento viene
anche proiettato il film/documentario “A Feast Of Friends”, prodotto dai Doors
stessi e basato sulle riprese effettuate l’anno precedente durante concerti della
band e i relativi spostamenti tra una città e l’altra.
Inoltre, anche un
film di Andy Warhol (“I, A Man”) fa parte del programma delle due serate.
Diverse letture
di poesie da parte di autori californiani completano un evento nel quale la
musica dei Doors non brilla particolarmente, ma dove si può ascoltare l’inedito
duo Morrison/Krieger in un contesto informale e rilassato.
Una eccezione positiva
rispetto alle estenuanti e mal tollerate registrazioni dell’album “The Soft
Parade” che rappresentavano in quello stesso periodo una spina nel fianco per
Morrison.
Tuttavia,
l’aspetto maggiormente rilevante che emerge in questa particolare occasione è
connesso strettamente alla vita artistica e individuale di Jim Morrison.
Infatti, in una
condizione di parziale distacco dal resto dei Doors, il cantante è qui alla
ricerca di una nuova identità artistica.
Questo doloroso
processo interiore proietta il proprio riflesso artistico per mezzo del
minimalismo sonoro ed emotivo consentito dal genere blues.
Una strada,
questa, che il cantante continuerà a percorrere nei due anni successivi, senza
però raggiungere mai un nuovo equilibrio personale.
Questa breve
registrazione non ufficiale, nel sua sommessa ed espressiva intimità, dimostra
quanto adatta fosse la musica blues per lo stato d’animo di Morrison nella
primavera 1969.
Una sorta di
rifugio per evadere dalle problematiche e dal disagio che gli si affollavano
attorno a causa della crescente popolarità ottenuta come frontman e come membro
di un gruppo di successo.
Il blues che qui interpreta con evidente piacere, in un abbandono entusiasta all’esperienza in corso, rimarrà una componente centrale della sua espressività musicale, nonché uno dei diversi elementi presenti nella musica dei Doors.
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