“WISHFUL SINFUL” DEI DOORS: UN ESPERIMENTO ORCHESTRALE

 

Subito dopo l’uscita del terzo LP dei Doors (“Waiting For The Sun”, luglio 1968), iniziano le lunghe ed estenuanti registrazioni del lavoro successivo: “The Soft Parade” (poi pubblicato un anno dopo, nel luglio 1969).

Tra le prime canzoni ad essere registrate, già nell’estate ’68, compare “Wishful Sinful”, scritta dal chitarrista della band Robby Krieger.

Inserendosi nel solco stilistico già tracciato da una sua recente composizione (“Yes, The River Knows”), il brano viene scelto per tentare un nuovo approccio all’arrangiamento che verrà poi riproposto anche in altri pezzi di "The Soft Parade".

Krieger e il produttore dei Doors Paul Rothchild scelgono di inserire un accompagnamento orchestrale ispirato da dischi di enorme successo come “Revolver” e “Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band” dei Beatles.

L’orchestra è composta da archi e fiati combinati assieme e condiziona pesantemente l’atmosfera sonora complessiva. Essa viene incisa circa quattro mesi dopo rispetto a batteria, basso elettrico e chitarra elettrica (quindi nel novembre 1968).

L’orchestrazione del pezzo ne amplifica notevolmente l’atmosfera romantica, strappandolo al rock e introducendolo nel genere pop-rock senza però conferirgli l’originalità necessaria a sostenere indenne questa transizione musicale.

La decisione, alquanto discutibile, di escludere le tastiere di Ray Manzarek, sostituendole con una melensa e fluttuante coltre di archi e fiati, risulta quindi di detrimento all’intera composizione.

Ciò è riassunto dal breve assolo di corno inglese (dal min. 1.28 al min. 1.39), il quale rappresenta forse uno dei momenti più avulsi dalla musica dei Doors in tutta la loro discografia nonché dei meno riusciti.

Tendenza abbastanza comune nel 1968-‘69, l’aggiunta di ingombranti sottofondi orchestrali stava incidendo negativamente sulla qualità di numerosi lavori del periodo altrimenti di grande spessore. Basti citare a questo proposito i primi due dischi di Nick Drake o il primo LP di Judy Sill.

La sezione ritmica, data dalla batteria di Densmore e dal basso elettrico, provano con passione a dare dinamicità e profondità al procedere delle melodie.

In particolare, è la linea del basso a distinguersi per un pulsare fantasioso e scorrevole allo stesso tempo.

Essa è ideata e suonata dall’ottimo sessionman Doug Lubhan, conosciuto per il suo encomiabile lavoro in due LP precedenti dei Doors (“Strange Days e “Waiting For The Sun”).

Anche la voce di Morrison contribuisce naturalmente a risollevare le sorti generali di “Wishful Sinful”.

Questa operazione riesce al cantante solamente in parte e soprattutto nei brevi bridge che collegano strofe e ritornelli, in corrispondenza delle parole “Right back where I came” (ad esempio, dal min. 0.29 al min. 0.32).

Qui il ritmo viene spezzato, assumendo per pochi secondi sembianze rock, e favorendo il temporaneo emergere dell’energia graffiante che solo la vocalità di Morrison è in grado di esprimere.

In “Wishful Sinful” il cantante è impegnato nel suo peculiare stile di canto “alla Frank Sinatra”, il quale si adatta bene alle melodie tendenti al pop costantemente sostenute dall’arpeggio leggermente distorto della chitarra elettrica.

Nel corso del tempo è stata resa disponibile anche la versione di “Wishful Sinful” precedente alla sovraincisione dell’orchestra.

Sebbene valga la pena di essere ascoltata (qui il link), essa non può essere ritenuta soddisfacente a causa di un problema strutturale.

Infatti, la registrazione era stata effettuata tenendo presente la prospettiva di un successivo inserimento degli strumenti a fiato e degli archi nell’arrangiamento.

Perciò, sono evidenti gli spazi sonori lasciati appositamente vuoti, circostanza che fa di questa traccia spogliata dall’orchestra più una demo che una versione alternativa del brano originale.

“Wishful Sinful” viene pubblicata anche come singolo (lato B: “Who Scared You”) nel marzo 1969, in significativo anticipo sull’album “The Soft Parade” che la contiene.

Il numero 44 raggiunto negli USA (non pervenuta nella classifica inglese) ne diminuisce solo parzialmente la qualità musicale complessiva.


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